Unire i fili insieme è “musubi”, connettere le persone insieme è “musubi”, lo scorrere del tempo è musubi
(“Your name”  君の名は。-  Makoto Shinkai)

Musubi è ciò che ci lega, che ci ha fatto incontrare, è il filo che tiene saldi i nostri legami. Essere parte del Musubi Dojo di Roma è molto più che condividere uno spazio di pratica, significa nutrire ogni giorno un’amicizia e un contatto che nascono sul tatami e crescono anche al di fuori. E proprio per onorare il filo che ci lega, abbiamo deciso di cucire tutte insieme questa storia, passandoci la parola, raccontando ognuna qualcosa dell’altra.

Quando penso alle donne e all’aikido mi vengono in mente tutte le donne che ho incontrato sul tatami e quelle che porto nel cuore. Ne ho sempre incontrate poche ma fortunatamente sono state in grado di darmi la forza per continuare a imparare questa meravigliosa disciplina. Nel dojo dove pratico attualmente ho conosciuto Valeria, l’unica donna presente quando sono arrivatå nel 2020 al Musubi Dojo, mentre adesso siamo ben sette e questo è sorprendente. Valeria mi ha da subito accolto con il suo sorriso, felice di raccontarmi delle altre donne e speranzosa che potessi restare a lungo. Quel sorriso mi ha davvero offerto la possibilità di continuare serenamente a tornare e conoscerla meglio, lezione dopo lezione. Valeria è gentile, premurosa e attenta nel darti tutti i suoi insegnamenti. Lo fa con gioia, soprattutto, con dolcezza e, coscienziosamente, con fermezza. In lei ho visto una guida e una compagna, e così è tutt’oggi, nel 2024.

Alessandra ha un nome che deriva dal greco e si compone dei termini alexo, che significa “difendere”, e andros, che vuol dire “uomo”. Etimologicamente parlando, enuncia una grande responsabilità: quella di aiutare gli altri e forse mai come in questo caso il destino è scritto nel nome. Alessandra, infatti, è accogliente e protettrice; il suo calore, le sue parole e il suo corpo sono costantemente rivolti verso gli altri, per motivare, sostenere, far capire. La sua presenza si fa sentire nel nostro dojo, oltre che per la sua capacità atletica, derivata dagli studi e poi dagli insegnamenti ginnici, per la sua perseveranza e il suo contagioso spirito di gruppo. Alessandra ha un superpotere che adoro: riesce a mantenere sempre un sorriso gentile, anche quando cade elegantemente sul tatami.

Chiara è una pianista, insegnante, compositrice, musicista e cantante in una band femminile synth-pop. Ci siamo conosciute sul tatami, dove le sue passioni si fondono mirabilmente. Chiara ha grinta, interesse e tenacia. È sempre attenta a cogliere ogni aspetto, ogni particolare che le permetta di migliorare. Praticare con lei è un piacere e una scoperta, perché, se è vero che ognuno impara dall’altro, osservare Chiara mi aiuta a fare attenzione a ogni dettaglio, a spiegare, quando necessario e quando posso, quello che ho appreso a mia volta, a fare sempre meglio anche io, in modo che si possa crescere insieme. Insieme come le note sul pentagramma, insieme come gli strumenti di un’orchestra, insieme come i componenti di una band.

Abbiamo estratto a sorte il nome della compagna di pratica su cui scrivere queste brevi righe e il caso ha voluto che a me capitasse Lorena: colei che pochi mesi dopo il mio arrivo sul tatami, poco più di un anno fa, mi prendeva come sua legittima moglie sigillando la sua promessa con un anello di filo verde – in pieno stile Musubi. Lorena è una persona piena d’amore ed entusiasmo, fuori dal dojo queste qualità si manifestano in molti modi, ma la sua passione per la pratica dell’Aikido e soprattutto per il nostro gruppo viene ribadita tre volte a settimana dal viaggio di quasi quaranta minuti che separa casa sua dalla palestra. Lorena cambia completamente espressione quando sale sul tatami, dedicandosi alla pratica con una concentrazione che ammiro moltissimo.

Sara sorride quando sale sul tatami e se la giornata é stata impegnativa, basta incontrarla nella prima tecnica che subito ti regala il suo sguardo migliore. Quello concentrato e determinato, gentile e sensibile, disponibile e grato. Non sa quanti passi avanti ha fatto negli ultimi mesi, con la disciplina e l’impegno di chi ci prova fino in fondo e quando glielo si fa notare, si stupisce e ringrazia. “Mi domando se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno possa trovare la sua”, disse il Piccolo Principe. E sì, è proprio così. Sara cammina per trovare la sua strada, nella vita come nella pratica e tra un ikkyo e un iriminage, la troverà, ci potete giurare.

Irene. Irene sale sul tatami leggiadra e in punta di piedi, sembra che volteggi come una fata, ti sorprende con un morbido “Bonjour!” anche con il crepuscolo. Irene dalle mille abilità e qualità. Irene che calcola meticolosamente le misure degli spazi prima di proiettarsi con energia, Irene che ti accompagna a terra con un Ikkyo saldo e deciso. Irene ha sulle spalle uno zaino per l’Aikido, uno per i suoi meravigliosi disegni accademici che sfogli incantata, e uno per i sogni. Irene con i suoi occhioni sognanti, solo lei sa cosa fantastica. Irene che si circonda di coniglietti e pappagallini coloriti come la sua vita e i suoi disegni. Irene che nell’etimologia greca del nome è la pace, si traduce nell’essenza dell’Aikido e azzera l’energia di uke in incolumità. Che forza della natura, Irene.

Ed infine c’è Carlotta, l’ultima di noi donne ad essere approdata nel nostro dojo. Difficile é ricordare il periodo esatto in cui arrivò, ma certo è che il suo arrivo abbia portato con sé una vera e propria trasformazione. Carlotta ha donato calore ed amore al dojo. Questo ha fatto sì che si creassero nuovi legami e che l’ambiente creatosi divenisse ancora più accogliente di quanto già non lo fosse. L’ energia che emana ti sorprende, come la sua sensibilità e passione che traspare tanto sul tatami quanto nelle sue opere. Infatti la nostra aikidoka è anche un fotografa, un’ artista che attraverso un obiettivo ci mostra le immagini del mondo in modi sempre differenti, utilizzando tecniche che ai nostri occhi appaiono stravaganti e quasi magiche.

Nutrirsi, ingerendo i nutrienti che diventano parte di sé stessi è “musubi”.
Le note che insieme compongono una melodia è “musubi”.
Musubi” sono i fili del tempo e del destino, che si intrecciano, si torcono, si sciolgono e a volte
tornano ad intrecciarsi.
(“Your name” 君の名は。- Makoto Shinkai)

Valeria Cianchettini, Alessandra Cianchettini, Chiara Sella, Lorena Lombritto, Sara Mancini, Irene De Santis, Carlotta Valente

Musubi Dojo – Associazione Jiku Roma