di Mara Benoni
(Aikido Budo Brescia ASD)
Quando i corsi volgono al termine tra le prime giornate che appaiono già nella loro veste scaldata da un sole quasi estivo e lunghi tramonti che segnano il cammino dei praticanti, un grande evento internazionale, quasi come coronamento di quell’anno appena finito, si affaccia imminente nelle vite di alcuni di noi.
Slovacchia, terra lontana o quasi, raggiungibile in aereo in meno di un’ora e mezza.
Detto fatto la delegazione ProgettoAiki si ritrova in terra slovacca dove verdissime pianure accolgono lo sguardo di chi quella terra non l’ha mai vista, o almeno non con uno zaino stipato da keigoki, hakama, cintura, conducendo i membri della delegazione fino a Trnava, cittadina della quale i fondatori sembrano essersi scordati una vocale, divenendo così assai difficile per noi italiani figli di Dante, anche solo nominarla. Ed imponendoci di far vibrare sonoramente la lingua tra i denti per essere certi di avviarci verso una corretta pronuncia, ebbene sì forse anche il lettore a questo punto vorrà tentare, lasciamo l’aeroporto di Bratislava per addentrarci trenta chilometri a est verso Trnava.
L’emozione fa subito battere i cuori di noi delegati, trovandoci catapultati in un prestigioso evento, la cena d’onore riservata ad alcuni membri delle delegazioni internazionali e ai maggiori esponenti dell’IAF (International Aikido Federation) presenti al festeggiamento del 30° anniversario della Slovenská Aikido Asociácia/Aikikai Slovakia, la quale, grazie ai contatti allacciati nel corso di numerosi stage tenuti dal maestro Fiordineve Cozzi (associato con il suo dojo a ProgettoAiki), ha esteso l’invito al direttivo di ProgettoAiki, il quale ha colto al volo l’opportunità inviando una delegazione rappresentante la nostra associazione. Ospite d’onore di questo grande evento è Mitsuteru Ueshiba, Dojo-cho Aikido Hombu Dojo Tokyo, il quale è nostro commensale alla cena del venerdì sera, che allietata da ottimo cibo, e perché no da ottima birra slovacca, volge al termine tra scambi di idee, proposte e fotografie con il pronipote di Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido.
Finalmente il grande evento: sabato si aprono per noi le porte del centro sportivo di Trnava dove centinaia di praticanti si scaldano scambiandosi saluti affettuosi o cordiali strette di mano, in attesa dell’entrata del maestro Mitsuteru Ueshiba.
Eccolo finalmente mentre varca l’ingresso alle nostre spalle in un religioso silenzio del palazzetto; lo capiamo dai suoi passi struscianti sul parquet che sorregge ben 1000 metri di tatami. Lo scorgiamo appena, là in fondo nei pressi del Kamiza, e dopo il saluto rituale, la perfezione e l’allineamento creato dalla rigorosa etichetta dei praticanti si infrange solamente quando il riscaldamento prende il via.
Immersi nella curiosità di poter finalmente vedere la discendenza della famiglia Ueshiba tradotta in tecniche ed espressioni del corpo che il pronipote del fondatore ha portato fino a noi, assistiamo alle prime spiegazioni rapiti dalla lingua giapponese che, propria della nostra arte marziale, la fa sembrare ora più vicina, aprendoci uno spiraglio su quella tradizionale società orientale che amiamo, scrutiamo con curiosità e che forse proprio perché così diversa da noi, aneliamo con tanto desiderio, nella meravigliosa aspirazione del contatto con una cultura che ci è estranea e che esattamente in quel momento ci ha completamente assorbiti.
La centralità del corpo, la postura eretta appartenente alla popolazione giapponese e in particolare ai professionisti delle arti marziali e qui dell’aikido, hanno subito segnato l’immagine di Mitsuteru Ueshiba come degno erede di questa prestigiosa famiglia.
Tecniche base che puntano sulla centralità dell’asse, sul posizionamento del proprio corpo rispetto a quello di uke e sull’esecuzione del tenkan per ritrovarsi nel punto perfetto per eseguire la tecnica adatta ad ogni praticante, dai bambini che sorprendentemente già muovendosi come allievi avanzati seguono con attenzione ogni evoluzione, ai vari gradi presenti sul tatami, sono state presentate con pulizia di movimenti, attenzione ai dettagli e disciplina giapponese.
Pausa meritata? Meritatissima visto il caldo creatosi nel palazzetto durante la mattinata d’euforia, ma con un po’ di riposo, ancora del buon cibo e indovinate un po’, dell’ottima birra slovacca, abbiamo permesso ai nostri corpi di rilassarsi in vista della sezione pomeridiana, che si è aperta su attacchi in Ushiro Waza, ripercorrendo i punti chiave visti durante la mattinata.
E come se le emozioni vissute non fossero già state sufficienti, al termine della giornata di sabato in cui il 30° anniversario dell’Associazione Slovacchia Aikido volgeva parzialmente al termine, un’altra incredibile esperienza appariva in quel futuro imminente chiamato Embukai.
Partendo dalla delegazione giapponese, passando per quella slovacca e via via addentrandosi tra i gruppi stranieri, Shihan 7° Dan Fiordineve Cozzi ha guidato i suoi uke Davide Zamboni 5° Dan e Mara Benoni 2° Dan sotto lo sguardo di Mitsuteru Ueshiba Dojo-cho Hombu Dojo Tokyo, presentando un lavoro di Jo-nage e di tecniche a mani nude e con il bokken. L’embukai si è degnamente concluso con il gran finale affidato all’ospite d’onore Mitsuteru Ueshiba, il quale ha regalato una dimostrazione esemplare tra gli applausi del pubblico e di tutti i praticanti.
Nella lunghissima giornata fulgida di impegni, del divertimento è anche stato programmato dall’associazione slovacca, e nel party ufficiale che ha preso vita nel palazzetto di Trnava, tra una fotografia ricordo con la delegazione giapponese e un brindisi con le delegazioni straniere, i delegati di ProgettoAiki Davide Zamboni, Mara Benoni e Fiordineve Cozzi, hanno potuto solennemente consegnare al Dojo-cho Mitsuteru Ueshiba e a Mario Cerny, organizzatore slovacco di questo imponente evento, due tantō completamente realizzati a mano con legni rari e pregiati dal maestro Paolo Bottoni, come ricordo e ringraziamento.
E così, con tanta gioia che ci pervade, la domenica purtroppo rientriamo ripercorrendo le infinite estese campagne di quel colore che è pieno e tipico dell’estate in arrivo. Con lo zaino questa volta un poco più pesante del nostro approdo in Slovacchia, greve sulle spalle ma che trova laggiù piedi leggeri per via dell’incredibile esperienza vissuta, lasciamo definitivamente Trnava e per l’ultima volta tentiamo ancora di pronunciarla correttamente senza far vibrare troppo la lingua tra i denti ma è a quel punto, forse sconfitti, che l’aeroporto di Bratislava ci accoglie tra il cielo azzurro di giugno e un bel vento fresco che soffia sopra l’insegna “partenze”.
E anche noi ora lassù tra le nuvole lasciamo che i ricordi migliori di questa esperienza straordinaria ci riportino dolcemente a casa, con un po’ di malinconia per il tempo andato e sfuggito troppo velocemente ma anche entusiasti nella ricerca delle parole migliori che possano descrivere i nostri incontri e quanto più ci ha lasciato a bocca aperta in questo evento internazionale che ProgettoAiki con lungimiranza ha saputo sapientemente afferrare, intrecciando rapporti d’amicizia con praticanti d’ogni dove, maestri, e organizzatori.
Nella certezza d’aver lasciato un segno rappresentando l’Italia ed ogni gruppo associato, ci auguriamo di poter ripetere in futuro questa esperienza che ha allietato per sempre i nostri cuori.