di Filippo Graziano
Shisei Racconigi ASD
Lo stage di Roquebrune-sur-Argens si è concluso.
Ogni anno, praticanti provenienti da ogni parte del mondo si ritrovano per quello che, formalmente, è un seminario. Ma ormai, per molti, è qualcosa di più: un appuntamento che segna il tempo della pratica e ne rinnova il significato.
Il ProgettoAiki era presente con una rappresentanza nutrita: oltre trentacinque praticanti che hanno condiviso, nel tempo e nello spazio del tatami, un’esperienza di autentico arricchimento, tanto tecnico quanto umano.
L’Italia, dal nord al centro e al sud, ha risposto anche quest’anno con entusiasmo e partecipazione. Una presenza che, al di là delle distanze, testimonia quanto la dedizione e la condivisione restino per molti un punto fermo.
Ci si ritrova sul tatami, e tanto basta per riconoscersi: legati dalle stesse passioni.
La novità più evidente è la nuova struttura, superiore in tutto: negli spazi, e soprattutto meno torrida.
Ma ciò che resta – e che forse va oltre ogni cambiamento logistico – è il lavoro del maestro Tissier. Un lavoro che continua a sorprendere non per effetto, ma per profondità.
Nonostante il caldo, la fatica, il passare degli anni, il maestro mantiene una generosità che non è mai scontata: una presenza piena, un ascolto raro, una costante attenzione alla vibrazione del tatami e a ciò che da essa nasce.
Per chi lo segue da tempo, i fili conduttori della sua ricerca sono riconoscibili: non come formule ripetute, ma come linee che si muovono nella coerenza di un percorso. Si ha la netta sensazione di essere parte di qualcosa che continua ad andare avanti, con passo saldo e respiro condiviso.
È questo che permette, forse, di esprimersi davvero: sapere che il cammino non è mai solo individuale.
È interessante – e in un certo senso rassicurante – constatare che, dopo tanti anni, emergono ancora nuove linee e fulcri. Questi non sono semplici cambiamenti casuali, ma tracce di una ricerca che non si è mai fermata a contemplare se stessa.
Ormai da qualche anno, i suoi allievi più esperti si sono affermati non più come semplici divulgatori, ma come esploratori, compagni di viaggio in un orizzonte che si evolve continuamente.
Riconosciuti dal maestro Tissier stesso come figure insostituibili nella sua visione del lavoro, incarnano la continuità e la profondità della ricerca condivisa.
In questo panorama, abbiamo la fortuna di contare su presenze stabili e ardenti: i maestri Nino Dellisanti, Francesco Dessì e Maurizio Valle, interpreti instancabili, capaci di condividere la ricerca; figure ferme, non per immobilità, ma per aderenza a ciò che conta.
Non a caso, ai suoi allievi più prossimi è stata affidata, come altre volte, una delle lezioni di Jo: anche quest’anno è stato scelto il Maestro Francesco Dessí, incarico che in passato ha svolto anche il Maestro Nino Dellisanti.
Questa centralità riconosciuta ai tecnici del ProgettoAiki è un chiaro segno di stima e rispetto per il lavoro portato avanti nel corso degli anni.
Questa dinamica esprime, in fondo, uno degli aspetti più significativi del budō: il riconoscimento reciproco tra maestro e allievo come espressione concreta di una tradizione viva.
Una tradizione che non si limita a conservare il passato, ma che si rinnova attraverso gesti, scelte, responsabilità condivise.
Per chi è ancora in cammino, come molti di noi più giovani, poter contare su figure solide e coerenti significa avanzare con maggiore consapevolezza, con strumenti chiari e una direzione affidabile.
Non si tratta di imitare, ma di lasciarsi guidare da un senso di continuità che dà forma alla trasmissione: non come protagonismo, ma come atto di presenza, come disponibilità a farsi tramite, non centro.
Di questa esperienza si potrebbe dire molto altro, ma forse basta averla vissuta una volta per capirne la forza.
E per chi ancora non la conosce, vale davvero la pena fare quel passo in più: uno zaino, un keikogi e un costume… e il tatami farà il resto.
Settembre è alle porte ed ora tutti possiamo riposarci, ricaricarci per un nuovo anno di pratica.
Buone vacanze a tutti!