Federica Cicchetti
Jiku asd di Roma – Dojo Musubi

In questi giorni i telegiornali riempiono la schermo della mia tv di sfollati in fuga, di cieli costellati di bombe, di occhi senza speranza e file infinite di carri armati. L’ennesima guerra che lascia senza parole, che appare senza senso, che è ingiustificabile e insostenibile.

Mi accorgo con amarezza come la politica dell’aggressione sia normalità per molti. La guerra ne è il culmine, ma se ne trovano esempi ovunque, non solo tra sconosciuti che imbracciano fucili in nome di altri sconosciuti che non hanno mai visto nella loro vita. La società in cui viviamo ha raggiunto livelli di insofferenza e odio che non basta confrontarsi per risolvere un problema, ma si sente la necessità di iniziare uno scontro, trasformare l’interlocutore in un avversario da sconfiggere, umiliare e distruggere. La propaganda del vincente ci viene propinata h24 senza possibilità di contradditorio. Non puoi sottrarti alla competizione della vita nella quale la corsa al successo rappresenta l’unica missione veramente degna da perseguire. Chi ha iniziato questa gara? Chi decide quali sono i vincitori e i perdenti?

Nella filosofia dell’Aikido ho trovato accoglienza e comprensione. Sicuramente il dialogo tra l’io e l’altro può essere conflittuale, ma nessuno dovrebbe mai vincere né perdere nel confronto. Ciò che mi affascina dell’Aikido è proprio ciò che lo esclude dalle competizioni agonistiche: lo scontro non si risolve mai nell’umiliazione della sconfitta. Uke attacca tori che tramite leve e proiezioni, prima lo accoglie e poi scarica la sua potenza distruttiva neutralizzandola. Il conflitto viene risolto senza violenza e ciò che era partito con una minaccia si trasforma in una “danza affascinante” che ristabilisce lo stato di equilibrio e di quiete originario. Ciò riflette il mio ideale di vita e mi svincola dall’aspettativa sociale che mi vuole perdente o vincitrice. Quando ho iniziato la pratica ero una persona spesso insoddisfatta che aveva paura del contatto fisico ed emotivo, mi affannavo dietro falsi obiettivi decisi da altri per me. L’Aikido è stato parte fondamentale di un percorso verso il ribaltamento delle pressioni sociali e la vera conoscenza di me stessa. La pratica è un sollievo, il cuore si fa leggero e il mio corpo si muove fluido come nella metafora della vita che a volte mi vede tori e a volte uke.