L’argomento principale di quella che doveva essere l’ultima lezione è stato la respirazione. Ovviamente non è un caso se un tema così importante è comparso solo all’ottavo incontro. Il motivo è che ritengo lo studio della respirazione l’aspetto più sofisticato della pratica e quindi da affrontarsi solo quando siano già stati creati alcuni presupposti di base. In questo caso comunque la respirazione non è concepita come fonte di approvvigionamento di energia ma si limita all’aspetto più concreto della sua funzione fisiologica. Quel tipo di studio a mio avviso deve essere affrontato ancora più avanti. Ottimizzare l’uso meccanico della respirazione è indiscutibilmente basilare. Soprattutto è fondamentale saper mantenere il controllo della respirazione durante la prestazione, cioè quando il corpo richiede massicce dosi di ossigeno. Imparare a fare questo attraverso un programma di esercizi adeguati garantisce la possibilità di utilizzare al meglio il proprio apparato cardiocircolatorio-respiratorio in ogni situazione. Intendo dire che saper sfruttare al meglio la respirazione durante l’intenso lavoro fisico sicuramente è il viatico migliore per affrontare le pratiche meditative. Non è affatto garantito il risultato se si invertono temporalmente le due cose.

Il ciclo doveva a questo punto essere completo anche perché dal 4 Maggio, benché non fosse ancora possibile allenarsi in compagnia, era finalmente consentito uscire di casa. Tuttavia il 16 Maggio ho deciso di organizzare una nona lezione extra da dedicare ai bambini e per renderla più appetibile ho deciso di passare all’uso del bokken.

Il fatto che mi ha spronato è stata la adesione ai miei seminari da parte di diversi bambini che non avevano mai praticato prima Aikido né tantomeno mai preso in mano un jo o un bokken.

Il fatto che, in un momento in cui gran parte delle persone ha abbandonato la pratica, diversi bambini la abbiano invece scoperta attraverso la mia iniziativa mi è sembrata una cosa davvero bellissima. Genitori, zii e nonni hanno avuto sicuramente un ruolo di incoraggiamento fondamentale, invitando i piccoli a giocare con loro a fare Aikido. E quindi ho deciso che questo doveva essere lo scopo della nona lezione.

Nei giorni precedenti ho pubblicato un semplice tutorial per giocare a costruire in casa una propria katana ma poi, nel corso della lezione, c’è stata da parte mia la richiesta della massima serietà e impegno, così come si conviene a dei giovani aspiranti samurai. Le foto postate su facebook che ritraggono questi bambini mostrare orgogliosi il loro manufatto e i video mentre eseguono i miei esercizi è stata sicuramente la cosa che mi ha gratificato maggiormente. Anche molti adulti hanno postato foto e video che testimoniavano il loro divertimento e la loro soddisfazione. Talvolta hanno pubblicato foto che ironizzavano sulla difficoltà di alcuni esercizi, altri orgogliosamente mi hanno inviato video per dimostrarmi di avere realmente appreso e altri ancora hanno testimoniato qualche piccolo incidente domestico con lampadari andati in frantumi. Comunque è evidente che gran parte dei partecipanti ha in qualche modo fatto tesoro di questa esperienza. Il mio scopo era quello di dare un contributo per mantenere vivo l’interesse per la pratica e unite le persone nel nome dell’Aikido e posso dire di averlo raggiunto.

Concludo rivolgendomi direttamente ai miei allievi virtuali. Lavorare per nove settimane alla non semplice preparazione delle lezioni è stato per me molto stimolante. Per fare fronte ad esigenze così particolari sono stato costretto a ragionare in un modo nuovo che mi ha fatto crescere dal punto di vista tecnico e didattico e per questo mi sento di dovervi sinceramente ringraziare, perché con il vostro entusiasmo mi avete sostenuto e gratificato. Mi auguro solo a questo punto di potervi presto incontrare su un vero tatami per conoscersi personalmente e poter finalmente praticare insieme in modo reale.

Ugo Montevecchi 6° Dan Shihan
Dojo Aikidomus di Rimini
www.aikidomus.it