LUCI PUNTATE SUI DVR AZIENDALI SOPRATTUTTO PER LE REALTÀ SPORTIVE  SPORTIVE DILETTANTISTICHE INDOOR

di Fulvio Gagliano

Una premessa: la difficile riemersione dalla gravissima crisi dovuta all’emergenza covid-19 sta aggiungendo ancora molto al già impervio percorso a ostacoli che devono affrontare le associazioni aderenti nella gestione delle loro attività. Assieme alle adempienze necessarie si presentano tuttavia al momento anche delle nuove opportunità, che vale la pena di cogliere ove ce ne sia la possibilità. In questa serie di articoli, legati al momento storico che stiamo vivendo segnaliamo e segnaleremo e con tutta la tempestività che è possibile, dal momento che i tempi di reazione dovranno quasi sempre essere ridotti al massimo, sia le problematiche che le opportunità, sia emergenti che consolidate da tempo.

N.d.R.

 

Mai stato attraente di suo , anzi quasi indigesto per le imprese e relativi manager, Il Documento di Valutazione dei Rischi sui luoghi di lavoro alias “DVR” in periodo di emergenza sanitaria diventa più che mai il lasciapassare per la ripresa delle attività dove siano impiegati addetti al processo esecutivo aziendale. Ma il concetto di azienda contraddistinto dallo scopo di lucro, rema contro il concetto di Associazione o Società Sportiva dilettantistica nel quale è, o dovrebbe essere inesistente.

Pur tuttavia l’azione incisiva del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, sembra decisa ad ottenere la riapertura dei centri sportivi e palestre il prossimo 18 maggio o al massimo la settimana successiva, onde scongiurare il “crashdown” del settore messo a seria per non dire dura prova dal lockdown imposto dalla pandemia da covid-19. Ma ecco che, se il Ministro prova a far riscaldare i motori del settore, punta anche a emanare input di sicurezza e rispetto dei canoni di protezione sanitaria agli utenti e avventori, dettando ferree regole da rispettare all’interno dei luoghi sportivi e similari.

Dunque indicazioni precise agli utenti e ai collaboratori e dipendenti da seguire e far rispettare a tutti nessuno escluso. Avvisi chiari ed esposti in ogni dove, mezzi di distanziamento sociale (si parla di 7 mq utili per persona), DPI certificati per gli addetti, spogliatoi preclusi,  servizi igienici sanificati dopo ogni uso, igienizzanti per le mani e per gli attrezzi e complementi degli stessi. Rilevatori termometrici per la temperatura corporea e forse anche saturimetrici. Oltre ovviamente ad apposite informative specifiche sull’acquisizione di dati personali e sanitari soggetti a privacy ed eventuali autocertificazioni rese a pena di mendacità.

Insomma “un’esplosione di sicurezza “ che dovrà essere descritta ed identificata sul Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) che attesterà la conoscenza ed il modo in cui la realtà (intesa come complesso funzionante) si è dotato e predisposto per prevenirli e fronteggiarli. Il DVR diviene dunque il lasciapassare che garantisce all’atto di una ispezione, da parte delle autorità preposte , il rispetto di dette norme mediante l’attuazione e dotazione di quello che è indicato come obbligatorio dalla norma governativa o DPCM emanato.

Attenzione però: al pari di quelle attività e professioni dove la specializzazione è garantita da apposite abilitazioni di legge e titoli ben identificati, anche per la redazione di un DVR sono richieste apposite conoscenze tecniche e professionali che hanno solo determinati soggetti riconosciuti dalla legge. Quindi nel predisporre il DVR se pur potrebbe essere non obbligatorio (nel caso di assenza di addetti) nel farlo redigere, “diffidiamo dalle imitazioni” e soprattutto evitiamo il fai da te.

Meglio attivarsi subito e bene perché se dovesse essere necessaria la comunicazione preventiva al Prefetto mediante autodichiarazione di avvenuta redazione del DVR, si rischia di non riaprire o di essere chiusi con provvedimento sanzionatorio.

 

Fulvio Gagliano
Commercialista Revisore legale Palermo
Hikari Dojo Palermo