Eros e Aikido
Impressioni ed emozioni di una «giovane» principiante
di Daniela Franzoni
Ed. Unicopli
Può l’Aikido essere una metafora dell’Eros platonico e unire la passione con la disciplina? Secondo Daniela Franzoni sì.
L’Aikido è un’arte marziale relazionale.
Potremmo definirla anche l’arte del cadere: la “capacità” di cadere è tra le prime competenze da apprendere. Cadere senza farsi male, cadere senza perdere il contatto con l’altro, cadere per trasformare l’azione e/o i ruoli nell’azione.
Parlare di Aikido significa dare molta importanza al corpo: a un linguaggio che va oltre le parole. Perché è con il corpo, grazie al “contatto” e al “nutrimento”, che celebriamo la vita.
I lampi intuitivi del corpo permettono di correlare l’esperienza sul tatami con quella del vivere, l’esperienza del crescere con quella dell’apprendere i riferimenti base dell’Aikido.
L’aikidoka, nell’esercizio, può notare molte cose che possono rivelarsi utile riferimento tanto sul tappeto bianco quanto nella vita personale. Perciò quest’Arte marziale può essere vista come metafora della complessità del vivere, specchio della nostra capacità di relazionarci.
L’Aikido, per l’autrice, diventa metafora paragonabile anche a Eros (nel senso che ne dà Platone) quando, con passione, apprendiamo l’arte della centratura, dello spostamento e dell’orientamento, senza rinunciare a bellezza ed estetica.
Daniela Franzoni, ha lavorato come formatrice nell’area del comportamento organizzativo all’interno di Istituzioni pubbliche e private. Attualmente svolge attività di counseling. Autrice di numerosi articoli apparsi su riviste del settore formativo, nel 2015 ha pubblicato con Edizioni Unicopli:
Giovani sempre. Mindfulness: un metodo per vivere meglio il tempo che passa.