Sport e palestre: nessuna improvvisazione o pirateria. Chiariamo una volta per tutte
Lo scorso maggio il Governo Nazionale decretó la ripresa di alcune attività sportive e motorie.
Non tutta la penisola peró riprese nella stessa giornata annunciata da ogni mezzo di divulgazione di massa, ma di li a poco la totalità di quelle “attività sportive“ che, beninteso, non avevano per loro fortuna subito la chiusura dei “battenti” in seguito ai danni economici irreversibili causati dal lockdown dei tre mesi precedenti, ricominciarono all’insegna di una ritrovata e auspicata voglia di ripresa se pur con mille “se” ed altrettanti “ma”.
Le attività sportive del Sud d’Italia e delle Isole maggiori furono tra le prime a ricalcare le scene, andando ad integrare quella rete di assistenza resa ed offerta gratuitamente a mezzo web casa per casa ad ogni loro iscritto. In buona sostanza già da ben quasi 4 mesi il mondo delle palestre ha riacceso il sorriso, se pur a volte forzato, sui volti di buona parte degli Italiani che fiduciosi hanno ripreso a frequentare, circoli sportivi, palestre, campus ecc. ecc..
Per inciso, stiamo parlando delle cosiddette Associazioni Sportive dilettantistiche o Società sportive dilettantistiche facenti parte del CONI. Ma è anche vero che forse per desiderio di “aria” per superficialità, per ogni qualsivoglia ragione giustificata o meno, ci si è lasciati trasportare e cullare dall’euforia. Ed ecco che ottobre segue settembre sotto le ombre del virus che ha segnato l’umanità del “bisestile 2020”. I contagi risalgono, le terapie intensive degli ospedali si saturano e purtroppo qualcuno piange i propri cari vittime inermi.
Allora ecco che la causa dell’impennata dei contagi deve trovare un capro espiatorio.
In tema di sport e di palestre ora invece è bene chiarire, o meglio correttamente informare: tutte queste realtà più o meno dimensionate hanno subito, se pur a ben donde, esatte imposizioni sanitarie da osservare pena la chiusura temporanea o addirittura definitiva, e con le relative conseguenze anche di carattere penale. Dunque non un carretto della frutta posizionato all’angolo della strada di casa: ma realtà con veri e propri protocolli di sicurezza sanitaria e con dotazioni di specifici presidi da porre in essere, pena la chiusure o peggio la non riapertura.
Il punto dunque non è andare e stare in un luogo chiuso a contatto ravvicinato con particelle di ogni cosa che volano per aria, chiamato Palestra, perché comunque, diciamocelo chiaro, per lavoro, scuola, spesa giornaliera, matrimoni, battesimi, lauree, feste,festini, estate al mare e piscine private e non , aperitivi e persino un referendum nazionale siamo andati e stati peggio, dovunque e di più. Il mondo delle Associazioni sportive che gestiscono le palestre ha dovuto affrontare grandi sforzi economici dando fondo ad ogni risorsa possibile, già di loro esaurite, per dotarsi di ogni mezzo che i protocolli sanitari avessero previsto e in alcuni casi effettuare lavori, magari prima rimandabili, onde garantire determinati standard.
Le Palestre sono divenute al pari delle sale operatorie. Recarsi in Palestra prevede la prenotazione obbligatoria, la rilevazione della temperatura corporea in area limitata fuori dalle sale discipline e la sottoscrizione della medesima autodichiarazione che si compila in aeroporto. Per non parlare dell’obbligo di scarpe dedicate all’ingresso oppure sanificate su tappeti posti alla reception. Mascherine obbligatorie nei percorsi di deflusso ed accesso agli spogliatoi, il tutto entro il numero massimo dichiarato nel DVR (Documento di Valutazione dei Rischi). Poi disinfezione continua degli ambienti e degli attrezzi o macchinari sportivi.
Non è accettabile pensare che le “Palestre “ possano essere principali focolai di contagio. Le Palestre, così come comunemente le chiamiamo tutti , stanno facendo tutto il possibile ed anche l’impossibile per garantire i protocolli di sicurezza imposti dagli Enti di promozione sportiva, dalle autorità sanitarie e dal Governo.
Purtroppo chi frequenta le Palestre così come frequenta la maggior parte dei propri luoghi quotidiani, dovrebbe avere la responsabilità e la consapevolezza di adottare a propria volta le misure precauzionali anti contagio che ormai da mesi vengono caldamente consigliate a tutti nell’interesse collettivo.
Gli obblighi sanciti dai protocolli di sicurezza anti Covid osservati dalle palestre sono a disposizione di ogni fruitore e sono posti su appositi avvisi all’ingresso. Ogni fruitore riceve all’atto dell’iscrizione o della ripresa, l’informativa di cui tra l’altro deve obbligatoriamente prendere visone quando prenota la seduta. Ma non serve andare in luoghi debitamente dotati e controllati se comunque si adotta il motto della” Signora Angela da Mondello”
Proviamo a dare merito alle Associazioni che gestiscono i centri sportivi e le palestre, realtà minori del mondo sportivo, perché sono quelle che ci hanno consentito e consentiranno di foraggiare la nostra psiche ed il nostro corpo, soprattutto quello dei giovani che continua ad essere messo duramente alla prova da questo nuovo nemico invisibile. Molte di quelle realtà, anche storiche, hanno dovuto chiudere obbligatoriamente 5 mesi fa, ed in silenzio non hanno più riaperto
Le Associazioni Sportive sono realtà senza scopo di lucro i cui proventi servono a garantire la fruizione dei servizi offerti ai soci o iscritti e qualche volta la restituzione dei fondi approntati dai fondatori, che null’altro sono che sportivi anch’essi. Lo Sport è salute ed ora pretende solo il rispetto di alcune norme di sicurezza che tutti i suoi addetti con tanta diligenza hanno posto in essere e rispettano in prima persona e che sicuramente ogni sportivo se tale può e deve rispettare
Fulvio Gagliano
Commercialista Revisore Legale
Hikari Dojo Palermo