Camilla Gabbanini
Aikido Pistoia – GSAI
“Non sei abbastanza forte”
“Non è da maschi?”
“Non è una cosa per te, sei una signorina”
In altre parole…No, perché sei femmina.
Frasi che ormai non conto più sulle dita delle mani, quante sono le volte che me lo sono sentita dire. Da quando pratico aikido, più volte certe persone hanno messo in discussione la mia scelta di praticare un’arte marziale.
Chi più e chi meno, ha sempre mostrato quella velata ma tanto becera supponenza patriarcale per cui se sei donna, sei debole e di certo non puoi fare “cose da maschi”.
Essendo la nostra una società decisamente sessista, si viene spesso cresciuti secondo i tossici stereotipi della donna dolce e vulnerabile e dell’uomo macho e inespugnabile; nonostante ciò ho sempre cercato di dar contro a questo sistema malato battendomi per i miei ideali ma delle volte, complice forse il mio essere insicura ho ceduto, versando lacrime cariche di rabbia quando le mie capacità venivano messe in discussione “in quanto donna”.
Grazie però alla pratica di una disciplina profonda quale l’Aikido ho imparato ad andare oltre agli stereotipi e agli scherni, capendo a fondo me stessa e le mie capacità. Sul tatami, dove regnano sovrani l’armonia e il rispetto per l’altro a prescindere dal genere, riesco a spogliarmi di ogni insicurezza dando prova che non sono “meno forte”, “troppo sensibile” o “poco femminile”, ma che sono in grado di padroneggiare il mio corpo e la mia mente, riuscendo così in ciò che faccio.
In un mondo in cui disparità dei sessi, femminicidi e pregiudizi di genere sono pane quotidiano, mi auguro che venga meno la violenza; ricordiamoci che Tori ed Uke non si scontrano, bensì con armonia e ossequio vanno l’uno verso l’altro.
Che possa quindi la preziosa lezione data dall’Aikido arrivare anche ben fuori dal tatami e che una volta per tutte, l’Otto Marzo sia più di un mazzolino di mimosa.