La vocazione di ProgettoAiki è stata fin dal primo momento di unire nel nome dell’arte differenti vocazioni tecniche, differenti stili di pratica, differenti punti di vista sull’arte dell’aikido, che ci dovrebbe accomunare se non affratellare, ma è stata finora fin troppo spesso al contrario causa di separazione se non contrasto. Intendiamo su questo sito non gettare un sasso nello stagno, nella speranza vana che il temporaneo intorbidamento lasci il posto ad acque cristalline, ma portare avanti con rigore un programma di apertura incondizionata a tutti gli insegnanti, a tutti i praticanti, a tutte le associazioni che avranno volontà di dedicarsi a far conoscere meglio l’aikido. Un aikido che condizioni la vita di chiunque lo pratichi e lo accompagni, lo guidi, lungo un costante, anche se non sempre facile e veloce, miglioramento di sé stesso e del proprio rapporto con il prossimo.

Ospitiamo di seguito un contributo del maestro Renato Filippin, da lungo tempo responsabile dell’Aikikai Saint Gallen in Svizzera, ringraziando al contempo per la collaborazione Aikido Italia Network e Simone Chierchini. Ci auguriamo, ma siamo certi che così sarà e del resto ne avete già avuto delle anticipazioni, che questo spirito di collaborazione oltre che nella pubblicazione di contributi sfoci anche in piacevoli incontri per la pratica e la discussione dell’aikido.

 

Trasmettere lo Spirito dell’Aikido ai Bambini

Intervista a Renato Filippin

La stagnazione dell’Aikido negli ultimi 20 anni ha portato a un notevole innalzamento dell’età media dei praticanti. Come uscirne? Renato Filippin ha una sua ricetta: dedicare tempo ed energie allo sviluppo del settore giovanile dell’Aikido. Ecco una panoramica sulla sua esperienza al riguardo

di Vanessa Radd

Renato Filippin pratica Aikido dal 1963 e dal 2007 dirige uno corso per bambini e ragazzi, tra quelli di maggior successo in Europa

Renato Filippin ha iniziato a praticare Aikido nel 1963. I suoi primi sensei furono Masahiro Nakazono e Nobuyoshi Tamura. Tra il 1968 e il 1971, ha studiato sotto T.K. Chiba in Inghilterra ed è stato promosso a shodan da Tamura sensei nel 1971. Renato ha anche avuto rapporti ed è stato allievo di Hiroshi TadaMasatomi Ikeda . Era presente alla riunione per la fondazione dell’Aikikai Svizzera nel 1969, di cui è stato Segretario Tecnico dal 2001 al 2006. Nel 1971 ha fondato l’Aikikai St. Gallen, è uno dei dojo di maggior successo dell’Aikikai Svizzera. Filippin shihan è anche l’insegnante di Aikido ufficiale dell’Università di San Gallo e tiene regolarmente seminari in varie università in Germania e nel resto d’Europa.

Dal 2007, coadiuvato da sua moglie Amadea Thoma, dirige corsi di Aikido per ragazzi a San Gallo, cui attualmente prendono parte 100 bambini. Questo gruppo venne presentato a Waka Sensei (Mitsuteru Ueshiba – NdR) durante la sua visita a San Gallo del settembre 2014.

Può iniziare condividendo con noi l’esperienza del lancio di lezioni per bambini nel suo dojo? Come ci siete arrivati?

Ho iniziato il corso per bambini con mia moglie Amadea nel 2007. Ci avevo provato da solo nel 1984, ma probabilmente a quel tempo non ero pronto ad affrontare una simile sfida. Negli ultimi 10 anni la combinazione donna-uomo come insegnanti si è per noi rivelata una partnership di grande successo. Nel 2007 cominciammo con solamente due bambini. A quel tempo decidemmo di iniziare il corso con bambini da 7 anni di età in poi. Il gruppo è quindi raddoppiato quasi ogni 4-6 mesi, e dato che il nostro dojo ha solo 100m2 di tatami, era solo una questione di tempo che dovessimo formare un secondo gruppo. Inoltre, ci eravamo rapidamente resi conto di quanto difficile fosse organizzare l’allenamento in modo tale da soddisfare bambini di età diverse all’interno di un’unica lezione. Pertanto, dopo solo un anno e mezzo decidemmo di suddividere il corso in diverse fasce d’età.

In aggiunta, molti genitori continuavano a chiederci se avremmo potuto organizzare una lezione per bambini più piccoli e di età inferiore ai 5 anni. Non avevamo mai programmato di fare nulla del genere, dato che né io né mia moglie volevamo insegnare un “asilo”. Tuttavia l’interesse dei genitori era molto alto e alla fine gli abbiamo detto: “Va bene, se siete in grado di mettere assieme 6 bambini per una lezione, possiamo iniziare un corso per questa fascia d’età”. Dopo due settimane avevamo 12 bambini dai 4 ai 7 anni. Questo ci portò ad avere lezioni per tre fasce di età: 4-7 anni, 7-10 anni e sopra i 10 anni.

Con il passare del tempo, mentre i bambini diventavano più grandi e avanzavano tecnicamente, la creazione di nuovi corsi divenne inevitabile. L’età e il numero di bambini ti costringono a formare nuovi gruppi, a meno che uno non si trasferisca in un dojo più grande! In una città come San Gallo però il costo per locali di oltre 100m2 è così alto che è meglio riempire una stanza più piccola con più gruppi nel corso della settimana. Dopo 10 anni, nel nostro dojo questo ci ha portato a gestire 7 gruppi di bambini e ragazzi che praticano Aikido. Nel nostro gruppo di quelli più  grandi (che arrivano fino a 17 anni) ci sono già alcuni che si stanno preparando per l’esame shodan.
Le nostre lezioni di Aikido per bambini sono iniziate così!

Può condividere con i lettori i principi che impartisce nel suo insegnamento?

I miei principi di insegnamento e la relativa filosofia sono in linea con ciò che mi è stato trasmesso e spiegato dai miei maestri sugli insegnamenti dell’Aikido di O Sensei. In secondo luogo, un punto essenziale nei miei insegnamenti è la connessione-unificazione-ridirezione armoniosa. Terzo, la trasmissione di abilità tecniche, la precisione dei movimenti di base e la consapevolezza spirituale senza perdere l’essenza marziale dell’Aikido come Budo.

Quali sono state le sfide che hai dovuto affrontare quando hai iniziato a insegnare ai bambini? Migliora e diventa più facile nel corso degli anni?

All’inizio hai dei bambini che praticano l’Aikido per la prima volta. Devi insegnare tutto da zero: non ci sono bambini che possono servire da modello per insegnare. Nel tempo, i bambini di livello più avanzato possono fungere da modello per i nuovi allievi. Ad esempio, l’etichetta tradizionale di inchinarsi quando si entra nel dojo può essere più facilmente accettata dai nuovi allievi una volta che hanno visto i più anziani farlo.

Un altro aspetto importante è che in quanto praticante adulto è necessario rendersi conto che i bambini hanno bisogno di motivazioni diverse dalle nostre per continuare con la loro pratica. È più facile insegnare in un gruppo in cui ci sono studenti più avanzati rispetto ai principianti. Certo, ci vuole tempo per arrivarci – con questo, intendo arrivare a una fase in cui ci sono sul tuo tatami almeno 20-30 bambini che si sono allenati per circa due anni. Dopo diventa più facile.

Quali difficoltà prevedi per l’Aikido in futuro?

Negli ultimi dieci anni abbiamo cercato di far fronte alla stagnazione che attualmente abbiamo in Aikido. Volevamo dimostrare che è possibile avere una crescita nel dojo concentrando i nostri sforzi sui programmi per bambini e giovani. La cosa più importante per me e mia moglie non è stata l‘aumento delle iscrizioni, ma la trasmissione dei “principi della vita” attraverso la pratica dell’Aikido. Quando insegni l’Aikido ai bambini, i genitori hanno grandi aspettative sui benefici che i loro figli possono trarre dalla pratica dell’Aikido. Pertanto la vera sfida del futuro sarà sui modi in cui possiamo trasmettere il vero valore dell’Aikido a beneficio della società e dello sviluppo personale del praticante nel corso della sua vita.

Cosa ti piace di più quando si tratta di insegnare Aikido ai bambini?

l bambini hanno un livello di entusiasmo molto più alto, più autentico e genuino rispetto agli adulti. Il loro spontaneo approccio ci ha permesso di creare nuove strade per l’arte meditativa dell’Aikido. Per questo allenarsi con i bambini è un’esperienza molto bella e gradevole. Quando ci sono 20-30 bambini nel dojo, si crea un’atmosfera carica di un’indescrivibile energia. La stagnazione della nostra arte negli ultimi 20 anni ha portato all’innalzamento dell’età media dei praticanti. L’allenamento fisico, l’intensità del movimento, la resistenza e le prestazioni acrobatiche dell’ukemi sono spesso state adattate per questa non più giovane fascia d’età. Con bambini ed adolescenti vale esattamente l’opposto: la pratica è molto più energica che per gli adulti. Spetta a noi insegnanti creare un’atmosfera di gioia per ogni livello, ricordando che questa è una grande opportunità di sviluppo.

Quali sono i metodi migliori per condurre le lezioni per bambini da voi scoperti? Cosa consiglieresti ad altri dojo?

Prima di iniziare con le lezioni di Aikido per bambini ci siamo informati se da qualche parte nel mondo esistesse un sistema creato appositamente per questo scopo. Molti dojo, incluso l’Hombu Dojo, offrivano allenamenti di Aikido per bambini. Nel 2004, ho deciso di visitare l’Hombu Dojo e ho chiesto il permesso di assistere ad alcune lezioni per ragazzi, e questo mi ha dato un buon riferimento per cominciare.

Durante tutte le mie ricerche, ho trovato molti metodi di insegnamento basati sul gioco per introdurre l’Aikido nelle lezioni per bambini, e svariate idee su come trattare i bambini. Tuttavia, devo ammettere che ciò che ho scoperto durante la mia ricerca non è classificabile come un vero sistema o metodo. Se, ad esempio, mi rifaccio alla struttura metodica delle varie organizzazioni nazionali di judo, un confronto parallelo con l’Aikido non è ancora possibile.

Tuttavia, oggi ci sono molti dojo e associazioni in tutto il mondo che stanno lavorando allo sviluppo di nuovi modi per insegnare l’Aikido ai bambini. Pertanto, la sfida del futuro potrebbe essere quella di imparare gli uni dagli altri, organizzando seminari di interscambio nazionali e internazionali con diversi insegnanti, organizzazioni e nazioni. L’International Aikido Federation (IAF) sta fornendo un grande supporto in questa direzione.

Sarei felice di condividere il nostro lavoro con chiunque sia interessato a sviluppare programmi di Aikido per bambini nel proprio dojo. Dico questo senza la presunzione che il nostro metodo sia migliore di altri. Credo che ogni singolo contributo che chiunque può dare porterà alla fine a un pool di suggerimenti che aiuteranno a sviluppare un metodo di buone pratiche per tutti.

Quali differenze incontra, se ve ne sono, nell’insegnare ai bambini di diversi paesi?

Quando dirigo una lezione per bambini mi adeguo non solo alle specificità del paese e alla relativa mentalità, ma anche alla storia del paese o del dojo. Pertanto, quando si insegna in un altro paese o dojo, parlerei più di adattamento che di differenza.

Esistono ovviamente differenze tra oriente e occidente. A seconda del livello di prosperità del paese, le motivazioni del perché i bambini vogliono imparare l’Aikido sono diverse. E queste differenze sono immediatamente riconoscibili: l’intensità fisica dell’allenamento è solo una delle tante. Ad esempio, nei paesi più ricchi, i bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHS) sembrano essere più comuni che nei paesi meno prosperi. Inoltre, i bambini “pappamolla” sono molto più numerosi sui tatami dei primi paesi rispetto a questi ultimi. Pertanto, un insegnante di Aikido dovrebbe studiare il più profondamente possibile questi fenomeni della società.

Qual è stata la più grande lezione di leadership che ha imparato dai sensei del passato?

Mi è quasi impossibile dire quando o quale lezione dei miei maestri del passato sia stata la chiave, o quale specifica influenza abbia formato il mio Aikido. Penso che sia stato un processo durato molti anni che abbia infine messo insieme tutti i pezzi del puzzle. Una delle mie caratteristiche più importanti l’ho tuttavia acquisita da Nakazono sensei, che mi fece vedere le cose in modo un po’ diverso – era intorno al 1970! Durante una lezione disse semplicemente: “Devi raggiungere la forza senza sforzo”.

Credo che queste parole fosse contenuta la chiave del principio dell’Aikido, in quanto questo concetto contiene un immenso tesoro per i leader di ogni estrazione sociale. Ad esempio, nella pratica dell’Aikido, dobbiamo capire il principio di Kuzushi, prima di poter applicare una tecnica di proiezione. Semplicemente bisogna imparare a gestire il “cambiamento” con poco sforzo. Questo e altri principi fondamentali rendono l’Aikido uno strumento unico per i leader.

Qual è la più grande lezione che vorresti i bambini traessero dall’Aikido?

Vorrei presentare ai bambini un modo migliore di vivere attraverso l’Aikido. Ingrandendo ed estendendo ulteriormente questo concetto, ci sono considerazioni che sono più appropriate per alcuni bambini. Tenendo conto del loro passato, dell’ambiente sociale, del contesto migratorio, dello stato di salute e di altri fattori, la lezione più grande che un bambino può trarre dall’Aikido è come lui/lei possa adattarsi e fondersi correttamente con l’ambiente che lo circonda.

I ragazzi sono inoltre in grado di sviluppare una forza di volontà che consente loro di progredire nel loro lavoro, giorno dopo giorno. Per diventare aikidoka di livello avanzato, devono fare la stessa cosa sul tatami. Attraverso questo processo, l’Aikido allora diventa davvero prezioso per il bambino e funge da percorso per la sua vita. Dopo il successo del 1st Children and Youth Aikido Seminar tenutosi a San Gallo, in Svizzera, Kei Izawa, Presidente dell’IAF, ha posto le basi per la sua visione per la promozione dell’Aikido nei confronti dei bambini.

Kei Izawa, Presidente dell’International Aikido Federation

Noi della IAF riteniamo che il programma per bambini e ragazzi sia vitale per una sana crescita dell’Aikido e per lo sviluppo dei bambini. Riconosciamo che culture diverse hanno background e aspettative sociali diversi, quindi il nostro ruolo non consisterà nello stabilire un programma comune per se. Tuttavia, riteniamo che sia comunque fondamentale condividere le migliori pratiche, in modo che tutti i paesi possano imparare gli uni dagli altri e alzare il livello complessivo di Aikido nel mondo. Ciò che l’IAF vorrebbe fare è fornire una piattaforma per lo scambio di idee e l’opportunità per bambini e ragazzi di allenarsi sul tatami con altri praticanti di altri paesi. Stiamo studiando la possibilità di organizzare un evento dimostrativo in Giappone nel prossimo futuro, ed è una bella cosa poter iniziare a livello locale e regionale, in modo che ci si abitui a questi entusiasmanti incontri. Sono stato felice di osservare la gioia dei bambini che si sono riuniti a San Gallo per l’evento dell’Aikikai Svizzera dello scorso giugno”.

 

La fonte dell’articolo è consultabile qui sul sito della International Aikido Federation. La traduzione dall’inglese è di Simone Chierchini, e l’articolo viene naturalmente pubblicato dietro autorizzazione dell’autrice e del maestro Filippin, che ne mantengono tutti i diritti.